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Kitegen: supereremo l’esigenza di accumulare energia

Alessandro Cicini

Kitegen: supereremo l’esigenza di accumulare energia

Nel sito del kitegen un articolo propone un modo per superare il problema principale delle energie rinnovabili, la continuità dell’erogazione di energia elettrica nell’arco dell’anno.

L’analisi parte da uno studio sulla produttività delle turbine eoliche, posizionandone due, distanti 2000 km, riesco ad produrre energia per il 99.9% del tempo (è illustrato nella figura dell’articolo.)

Sostanzialmente l’articolo propone di costruire più kitegen in tutto il territorio nazionale in questo modo con una probabilità elevatissima almeno uno dei due kitegen è in grado di erogare la potenza nominale.

Nell’articolo si paragonano i venti troposferici come un’immensa “flywheel”, un volano, in grado di accumulare energia cinetica e di renderla disponibile utilizzando dei kitegen, la similitudine fa capire la funzione dell’aria e come questa sia una risorsa energetica.

L’articolo conclude le sue riflessioni dicendo: 1) l’intermittenza di erogazione che affligge l’eolico convenzionale ed il fotovoltaico può essere brillantemente superata con l’eolico troposferico; attribuire al termoelettrico l’esclusiva sul baseload non è più corretto.

2)Il bilancio economico di questo impianto doppio può farsi carico in scioltezza della ridondanza dei generatori poichè può contare sul 68% + 68% + 32% di ore di disponibilità annua, che corrisponderebbero a 11560 ore/anno equivalenti.

3) in caso di una sufficiente distribuzione territoriale di farms KiteGen Stem, o di KiteGen Carousel, queste riflessioni perderanno il loro specifico valore, in quanto l’effetto di ridondanza lo si ottiene intrinsecamente.

4) la ridondanza porterebbe ad avere un eccesso di produzione potenziale, ma i KiteGen sono facilmente e velocemente modulabili mediante un coordinamento centrale, offrendo un preciso adeguamento alla curva di domanda.

5) il grafico si riferisce a NewYork, ma l’influsso orografico di rallentamento si affievolisce con i venti di alta quota, rendendo valido l’esempio per buona parte del globo.

Visto il costo non eccessivo, l’idea di installare un numero maggiore di impianti eolici per venti di alta quota è accettabile, in fondo ad esempio, il costo di un kWh prodotto dal fotovoltaico è maggiore.

La sostituzione del termoelettrico avverrebbe perché si è sovradimensionata la potenza installata, in questo modo ho un numero tale di impianti kitegen che anche nei periodi di poco vento riesco a produrre energia elettrica. Il secondo punto tende a pubblicizzare le capacità del kitegen, ma le ore anno equivalenti non possono superare le 8760 , per un calcolo corretto non bisogna considerare la potenza nominale di un kitegen, ma di tutti e due i kitegen ottenendo un 5780 ore equivalenti, che rimangono un valore ottimo per un impianto ad energie rinnovabili.

Questo metodo a prima vista potrebbe risultare ridondante perché prevede l’installazione del doppio della poenza necessaria, ma visto il basso costo d’installazione tale opzione non risulta esagerata e anzi potrebbe costituire una alternativa agli impianti termoelettrici.