Picco del petrolio e pannelli solari
Secondo alcune teorie il picco petrolifero, ovvero la massima produzione mondiale di petrolio, è stato già raggiunto da alcuni mesi.
A breve è atteso anche il picco del gas naturale.
Cosa significa tutto ciò, e soprattutto, cosa c’entra con gli impianti solari?
E’ presto detto: il raggiungimento del picco significa che d’ora in avanti il petrolio sarà sempre più scarso e, quindi, costoso.
Lo stesso dicasi per il gas naturale, e quindi per il metano.
Un assaggio lo abbiamo avuto un anno fa circa, con il petrolio oltre i 100$ al barile e la benzina pagata letteralmente a peso d’oro.
I prezzi sono poi riscesi grazie alla crisi globale che, rallentando l’economia, ha fatto calare anche il fabbisogno di petrolio e quindi il suo prezzo.
Già oggi però si parla di imminente ripresa, e comunque se pure i consumi rimanessero pari agli attuali il petrolio andrebbe comunque esaurendosi, e il suo prezzo aumenterebbe inesorabilmente.
Stesso identico discorso per il gas naturale.
E qui entrano in gioco il risparmio energetico ed il solare termico.
Cosa fareste il prossimo inverno se il gas costasse 5 volte l’inverno scorso? Rinuncereste a riscaldare la casa e a lavarvi con acqua calda?
Non sarebbe meglio avere bisogno di un quarto del gas di cui si aveva bisogno prima, in modo da potersi continuare a permettere lo stesso stile di vita senza dissanguarsi?
Il solare termico e gli altri sistemi a risparmio energetico servono proprio a questo: ridurre la nostra dipendenza dagli idrocarburi, dalle fonti di energia che stanno esaurendosi.
Si tratta solo di scegliere se essere cicale o formiche: la formica prepara per tempo i tempi difficili che arriveranno, ed al moneto giusto è pronta.
La cicala vive come se lo status quo dovesse durare per sempre, invece prima o poi arriva l’inverno e la cicala inizia a passarsela davvero male.
Eppure sarebbe bastato così poco per garantirsi un inverno sereno...
Il momento è buono per pensare al futuro, dato che fino al 2010 questo tipo di interventi saranno finanziati dal contributo statale pari al 55%.
Significa che lo stato restituisce in 5 anni più della metà della spesa sostenuta.
Il resto della spesa si ripaga da sè, in 4/5 anni. Sempre che il prezzo del gas non aumenti: se così fosse il risparmio ottenuto sarebbe varie volte il costo dell’impianto, nel giro di pochi anni.
Conviene davvero restare ad aspettare?