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Solare Termico

Solare Termico: obiettivi per il 2020

Dimitri Stagnitto

Solare Termico: obiettivi per il 2020

Il solare termico potrà fornire un contributo significativo al raggiungimento dell’obiettivo europeo, previsto dalla Direttiva 2009/28/CE, di una quota pari al 20% di utilizzo di energie rinnovabili sul consumo finale di energia entro il 2020. È quanto afferma uno studio commissionato dalla European Solar Termal Industry (Estif), intitolato “Potential of Solar Thermal in Europe”, che analizza il potenziale di sviluppo del solare termico in Europa al 2020, al 2030 e al 2050.

Contributo in diversi settori Lo studio si basa su un campione rappresentativo di cinque Paesi europei ed estrapola le informazioni per i paesi dell’UE-27, valutando il potenziale tecnico ed economico della tecnologia solare termica per le diverse applicazioni. Il solare termico può infatti dare il suo contributo in diversi settori, quali il riscaldamento e il raffrescamento nel residenziale e terziario, la produzione di acqua calda e di calore a basse temperature (fino a 250 gradi) per i processi industriali.

Calore a basse temperature Dato che generano calore solo tre fonti rinnovabili (biomassa, geotermico e solare), gli impianti solari termici dovranno – sottolinea lo studio - coprire una quota sostanziale del calore alle basse temperature. Infatti in Europa, le fonti geotermiche profonde sono localizzate in un numero limitato di zone; il geotermico superficiale, nell’ambito di questo studio, viene considerato una tecnologia per l’efficienza energetica; mentre le biomasse saranno prevalentemente utilizzate per la produzione di carburanti per i trasporti, per la produzione di energia elettrica e per le applicazioni alle medie e alte temperature.

Tre scenari Per quantificare il contributo del solare termico, lo studio individua tre scenari di sviluppo: il meno ambizioso (Business As Usual, che lascia le condizioni sostanzialmente invariate dal punto di vista dei consumi, delle politiche di supporto e della R&S), l’intermedio (Advanced Market Deployment), e il più ambizioso (Full R&D and Policy, scenario nel quale sono previste misure di efficienza energetica, adeguate politiche di supporto e attività di ricerca). Nello scenario più ambizioso, ipotizzando una riduzione del 9% entro il 2020 (rispetto al 2006) della domanda totale di energia finale grazie alle misure di efficienza energetica, il contributo del solare termico al raggiungimento dell’obiettivo del 20% di energie rinnovabili nell’UE sarebbe del 6,3%, mentre nello scenario intermedio si arriverebbe al 2,4%.

Servono investimenti per 214 miliardi Per raggiungere gli obiettivi dello scenario “Full R&D and Policy”, stima lo studio, sarebbe necessario un tasso di crescita medio del mercato europeo del solare termico pari al 26% entro il 2020 (contro il 15% di quello intermedio e il 7% del business as usual). In tal caso, il contributo del solare termico alla nuova potenza rinnovabile installata sarebbe del 12%. Per raggiungere questi livelli, che comporterebbero solo in Europa 470mila posti di lavoro a tempo pieno entro il 2020, servirebbero investimenti per 214 miliardi di euro. Andando avanti su questa strada, al 2050 si arriverebbe a circa 8 metri quadri di pannelli solari installati per abitante, con il 47% della domanda di calore a bassa temperatura soddisfatto nell’Ue a 27 dal solare termico.

I settori su cui puntare Per sfruttare appieno le potenzialità di questa tecnologia, occorre secondo lo studio puntare principalmente sui sistemi di riscaldamento degli ambienti (sistemi solari combinati) in Europa centrale e settentrionale, mentre nella zona del Mediterraneo sui sistemi di riscaldamento degli ambienti, produzione di acqua calda sanitaria e raffrescamento (sistemi solari combi+).

Non solo acqua calda Vanno esplorate tutte le applicazioni, compreso il calore a bassa temperatura per i processi industriali. Se al contrario si continua a puntare solo sugli impianti per la produzione di acqua calda sanitaria, il contributo del solare termico al soddisfacimento della domanda finale di energia nel lungo periodo sarà limitato. Infatti, spiega lo studio, entro il 2030 si raggiungerà il pieno potenziale per queste applicazioni e il mercato si ridurrà prevalentemente alla sostituzione di vecchi impianti.