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Mobilità Sostenibile

Le aree pedonali compiono trent’anni - le proposte di Aci e Legambiente

Camilla Biagini

Le aree pedonali compiono trent’anni - le proposte di Aci e Legambiente

Le aree pedonali italiane compiranno trent’anni la prossima settimana. La prima area pedonale d’Italia, l’area del Colosseo a Roma, fu infatti istituita il 30 dicembre del 1980. Per questa occasione Aci e Legambiente hanno redatto un rapporto sulla storia delle aree pedonali dal titolo "La città ai nostri piedi" in cui si mettono in evidenza le caratteristiche positive che le aree pedonali hanno dimostrato in tutti questi anni. Grazie al loro ingresso nelle città infatti l’inquinamento si è notevolmente ridotto e con esso anche il rumore nei centri urbani, le persone hanno iniziano a camminare più spesso e più volentieri perchè si sentono più sicure e protette e anche il patrimonio artistico delle città ha giovato di un ambiente privo di smog e di vibrazioni.

Questo rapporto però non è soltanto uno sguardo verso il passato ma anzi un vero e proprio passo verso il futuro. Aci e Lagambiente avanzano infatti una serie di proposte con l’obiettivo di favorire la diffusione della mobilità sostenibile arrivando così ad una diminuzione notevole dell’inquinamento e quindi delle nostre condizioni di vita.

Le proposte avanzate da Aci e Legambiente riguardano:
- l’attivazione di una cabina di regia nazionale per indirizzare nel miglior modo possibile le scelte relative alla mobilità sostenibile
- l’emanazione di una legge che renda obbligatoria la valutazione d’impatto sulla mobilità
- l’emanazione di una legge che porti ad una limitazione della circolazione dei veicoli nei centri urbani attraverso criteri chiari ed uniformi
- l’investimento di risorse finanziarie al fine di rendere la flotta del TPL più ecosostenibile
- la realizzazione di vie verdi e isole pedonali
- la diffusione di sistemi di sosta a pagamento che abbiano tariffe differenziate a seconda della zona e delle fasce orarie
- la semplificazione del meccanismo del bollo auto e la sua riformulazione anche in base all’inquinamento e alla grandezza di ogni specifico modello di macchina
- l’educazione dei cittadini alla mobilità sostenibile