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Isola del Giglio: dopo le perdite umane è il momento di pensare anche al disastro ambientale

Camilla Biagini

Isola del Giglio: dopo le perdite umane è il momento di pensare anche al disastro ambientale

La tragedia della nave da crociera affondata vicino alla costa dell’Isola del Giglio è una delle notizie più discusse di questi giorni. Si è trattata di una tragedia che ha comportano la morte di ben sei persone, molti feriti e ancora molti dispersi, di una tragedia però che deve adesso essere guardata anche dal punto di vista ambientale.

Sulla nave sono infatti presenti ben 2000 tonnellate di carburante che se dovessero disperdersi in mare potrebbero causare dei danni ambientali davvero impressionanti. Ovviamente le azioni di recupero del carburante hanno già preso il via ma anche con le più innovative tecniche si tratta di un quantitativo talmente tanto elevato da necessitare come minimo di 2 settimane di lavoro se non addirittura del doppio. Per non avere alcun tipo di ripercussione ambientale sarebbe allora necessario avere sempre bel tempo e mare piatto per tutto questo periodo, possibilità questa che è già stata cancellata viste le previsioni meteo dei prossimi giorni.

Sembra infatti che nei prossimi giorni il vento si alzerà in modo brusco comportando un ingrossamento del mare. Non essendo incastrata la nave potrebbe quindi inabissarsi ulteriormente comportando delle perdite di carburante che potrebbero essere davvero difficili da gestire.

Per cercare di arginare eventuali perdite è stata realizzata una cintura di protezione ambientale ossia una barriera che dovrebbe contenere l’eventuale dispersione di carburante. La speranza ovviamente è che questa cintura sia una misura di sicurezza sufficiente ma purtroppo potremo scoprirlo solo dopo le mareggiate che ci attendono per questo fine settimana.