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Giappone: acqua, latte, frutta e verdura sono state contaminate

Camilla Biagini

Giappone: acqua, latte, frutta e verdura sono state contaminate

Esce ancora fumo da alcune zone della centrale nucleare di Fukushima ma sembra che il livello della radioattività sia costante. Nel frattempo cresce l’allarme riguardo ai generi alimentari e all’acqua potabile. Se fino a ieri i soli generi alimentari realmente a rischio erano il latte e due diverse tipologie di verdure oggi il numero degli alimenti contaminati è aumentano considerevolmente e conta più di una dozzina di verdure a foglia oltre a tutti i latticini. Sarebbero in particolare i prodotti derivanti dalle zone di Fukushima, Ibaraki, Tochigi e Gunma a possedere dei livelli di radioattività molto elevati.

I paesi dell’Unione Europea insieme a Cina, Hong Kong, Singapore e Malesia non hanno chiuso del tutto le importazioni dal Giappone ma preferiscono piuttosto fare dei controlli sulla possibile radioattività degli alimenti prima di decidere se immetterli o meno sul mercato. Gli Stati Uniti d’America invece insieme alla Corea del Sud e a Taiwan hanno decido di chiudere del tutto le importazioni dal Giappone.

Ancora più preoccupante per i cittadini giapponesi è senza dubbio l’acqua. Il livello di iodio radioattivo che è stato riscontrato nelle acque dei rubinetti di Tokyo sarebbe infatti davvero molto elevato rispetto ai normali standard. Il consumo dell’acqua contaminata potrebbe essere molto pericoloso soprattutto per i neonati e per i bambini molto piccoli con conseguenze dannose per la loro salute. Il governo giapponese ha infatti consigliato a tutti i genitori di non somministrare acqua dei rubinetti ai bambini al di sotto di un anno di età.

Nel frattempo la nube radioattiva si è spostata sull’Europa e potrebbe arrivare a solcare i nostri cieli nei prossimi giorni. Gli esperti affermano che non ci sono pericoli per la nostra salute perchè si tratta di masse d’aria che possiedono livelli di radioattività molto bassi che non hanno ripercussioni sul corpo dell’uomo. La maggior parte delle particelle radioattive si sono disperse nell’Oceano Pacifico mentre quelle più leggere sono rimaste nell’aria ad alta quota ma si tratta di una concentrazione più bassa addirittura dell’esposizione che si subisce durante una radiografia. Anche il timore che le particelle possano scendere e contaminare il terreno sembra essere del tutto infondato.