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Mobilità Sostenibile

Eolico: fuga di cervelli dall’Italia, colpa dei tagli agli incentivi e burocrazia

Daniele Sforza

Eolico: fuga di cervelli dall’Italia, colpa dei tagli agli incentivi e burocrazia

Fuga di cervelli dall’Italia per quanto riguarda il settore eolico: a causa dei tagli agli incentivi e della eccessiva burocrazia, infatti, gli investitori del settore eolico fuggono dal Belpaese, facendo crollare investimenti e il mercato in generale.

Italia scende nella classifica dei mercati

Secondo uno studio Anev, infatti, l’Italia scende di ben 4 posizioni (al nono posto) nella classifica dei mercati più floridi sotto questo aspetto. Resta salda al primo posto la Cina, seguita da Germania e Stati Uniti. Salda anche l’India, mentre Francia, Regno Unito, Canada e Giappone superano l’Italia.

Il calo del nostro Paese è estendibile a tutti i settori delle energie rinnovabili: in primis l’eolico, ma anche fotovoltaico, solare, geotermia e biomasse risentono della flessione. Un consistente crollo si registra anche nel settore delle infrastrutture.

Anev contro la burocrazia

La burocrazia e i tagli agli incentivi sono i principali responsabili della "fuga di cervelli" italiana: l’Italia, infatti, è destinata a retrocedere di maggiori posizioni affermando la sua non attinenza al settore della green economy. Le barriere amministrative sono il principale ostacolo allo sviluppo di un settore che potrebbe risultare molto redditizio, come dimostrano anche i risultati dei Paesi che ci hanno superato nella classifica dei mercati. Inoltre il settore è in grado di incrementare il tasso di occupazione: a quanto riporta Green Italy 2012, stilato da Unioncamere in collaborazione con Fondazione Symbola, entro il 2012 saranno 241mila in tutto i nuovi posti di lavoro programmati nel settore.

Un’altra evidente anomalia si estende sul nostro Paese e per il momento a nulla sono valse le battaglie dell’Anev contro la burocrazia. Si attendono risposte (urgenti) dal governo.