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Mobilità Sostenibile

Elezioni politiche 2013: il Movimento 5 Stelle e l’ambiente

Daniele Sforza

Elezioni politiche 2013: il Movimento 5 Stelle e l’ambiente

Immaginarsi una società diversa, investire sulle rinnovabili, creare posti di lavoro. Recentemente contestato in molte piazze d’Italia (Parma, Cagliari) per alcune sue discutibili dichiarazioni e per aver principalmente teso la mano ai neofascisti di CasaPound, Beppe Grillo, portavoce e leader del Movimento 5 Stelle, ha parlato spesso di ambiente, promuovendo lotte contro gli inceneritori, soprattutto, e contro tutti quei sistemi votati all’inquinamento dell’ambeinte.

Dando tuttavia un’occhiata al programma politico del Movimento 5 Stelle, l’ambiente non è considerato. Non c’è. Perché? Forse perché basta semplicemente sostituire "ambiente" con "energia" per far capire agli elettori che le due cose vanno di pari passo. In realtà non è effettivamente così, anche se il tema energetico, così come quello dei trasporti, risulta altresì fondamentale per cambiare le dinamiche della società in cui viviamo oggi.

Sul programma del Movimento 5 Stelle possiamo notare come gli intenti si focalizzino infatti soprattutto su risparmio e trasporti. Forse troppo poco per un Movimento che ha come scopo principale quello di rivoluzionare l’Italia, ma sicuramente il programma ha il pregio di spiegare dettagliatamente ciò che si intende fare, senza perdersi in sintesi troppo stringate. Andiamo dunque a vedere cosa dice il programma del Movimento 5 Stelle in tema di energia e trasporti.

Energia

Se venisse applicata rigorosamente la legge 10/91, per riscaldare gli edifici si consumerebbero 14 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno. In realtà se ne consumano di più. Dal 2002 la legge tedesca, e più di recente la normativa in vigore nella Provincia di Bolzano, fissano a 7 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno il consumo massimo consentito nel riscaldamento ambienti. Meno della metà del consumo medio italiano.

Utilizzando l’etichettatura in vigore negli elettrodomestici, nella Provincia di Bolzano questo livello corrisponde alla classe C, mentre alla classe B corrisponde a un consumo non superiore a 5 litri di gasolio, o metri cubi di metano, e alla classe A un consumo non superiore a 3 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato all’anno. Nel riscaldamento degli ambienti, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2, anche per evitare le sanzioni economiche previste dal trattato di Kyoto nei confronti dei Paesi inadempienti, deve articolarsi nei seguenti punti:

- Applicazione immediata della normativa, già prevista dalla legge 10/91 e prescritta dalla direttiva europea 76/93, sulla certificazione energetica degli edifici;

- Definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo di consumi per la concessione delle licenze edilizie relative sia alle nuove costruzioni, sia alla ristrutturazioni di edifici esistenti;

- Riduzione di almeno il 10% in 5 anni dei consumi energetici del patrimonio edilizio degli enti pubblici, con sanzioni finanziarie per gli inadempienti;

- Agevolazioni sulle anticipazioni bancarie e semplificazioni normative per i contratti di ristrutturazioni energetiche col metodo esco (energy service company), ovvero effettuate a spese di chi le realizza e ripagate dal risparmio economico che se ne ricava;

- Elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei condomini, come previsto dalla direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei. Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38%. Lo standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del 55-60%. La co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di produzione e trasporto a distanza dell’energia elettrica, consente di utilizzare il potenziale energetico del combustibile fino al 97%. Le inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione termoelettrica non sono accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente, sia per gli effetti devastanti sugli ambienti, sia perché accelerano l’esaurimento delle risorse fossili, sia perché comportano un loro accaparramento da parte dei Paesi ricchi a danno dei Paesi poveri. Non è accettabile di per sé togliere il necessario a chi ne ha bisogno, ma se poi si spreca, è inconcepibile. Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire nuove centrali, di nessun tipo. La prima cosa da fare è accrescere l’efficienza e ridurre gli sprechi delle centrali esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta viene utilizzata dalle utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari industriali). Solo in seguito, se l’offerta di energia sarà ancora carente, si potrà decidere di costruire nuovi impianti di generazione elettrica.

Nella produzione di energia elettrica e termica, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta, deve articolarsi nei seguenti punti:

- Potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti;

- Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti fossili nei modi più efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire dagli edifici più energivori: ospedali, centri commerciali, industrie con processi che utilizzano calore tecnologico, centri sportivi, etc.;

- Estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli impianti di micro-cogenerazione di taglia inferiore ai 20 kW;

- Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti rinnovabili e alla micro-cogenerazione diffusa la normativa del Conto Energia, vincolandola ai kW riversati in rete nelle ore di punta ed escludendo i kWh prodotti nelle ore vuote;

- Applicazione rigorosa della normativa prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica, anche in considerazione dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che essi comportano;

- Eliminazione degli incentivi previsti dal CIP6 alla combustione dei rifiuti in base al loro inserimento, privo di fondamento tecnico-scientifico, tra l fonti rinnovabili;

- Legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a ciò;

- Incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fronti rinnovabili, in particolare le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del legno proveniente da raccolte differenziate ed escludendo dagli incentivi la distribuzione a distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale;

- Incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici.

Trasporti

In merito ai trasporti, il Programma nazionale del Movimento 5 Stelle fa luce sui seguenti obiettivi:

- Disincentivo dell’uso dei mezzi privati motorizzati nelle aree urbane;

- Sviluppo di reti di piste ciclabili protette estese a tutta l’area urbana ed extraurbana;

- Istituzione di spazi condominiali per il parcheggio delle biciclette;

- Istituzione dei parcheggi per le biciclette nelle aree urbane;

- Introduzione di una forte tassazione per l’ingresso nei centri storici di automobili private con un solo occupante a bordo;

- Potenziamento dei mezzi pubblici a uso collettivo e dei mezzi pubblici a uso individuale (car sharing) con motori elettrici alimentati da reti;

- Blocco immediato del Ponte sullo Stretto e della TAV in Val di Susa;

- Proibizione di costruzione di nuovi parcheggi nelle aree urbane;

- Sviluppo delle tratte ferroviarie legate al pendolarismo;

- Copertura dell’intero Paese con la banda larga;

- Incentivazione per le imprese che utilizzano il telelavoro;

- Sistema di collegamenti efficienti tra diverse forme di trasporto pubblico;

- Incentivazione di strutture di accoglienza per uffici dislocati sul territorio collegati a Internet;

- Incentivazione dei mercati locali con produzioni provenienti dal territorio;

- Corsie riservate per i mezzi pubblici nelle aree urbane;

- Piano di mobilità per i disabili obbligatorio a livello comunale.