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Notizie ed Approfondimenti

Elezioni 2013, l’appello: politici, parlate di ambiente

Daniele Sforza

Elezioni 2013, l’appello: politici, parlate di ambiente

Alla vigilia delle elezioni politiche 2013 abbiamo redatto un piccolo speciale in 5 puntate per valutare come le 5 prime forze politiche del Paese (stando agli ultimi sondaggi pre-embargo) ragionino sull’ambiente e sulla green economy.

L’ambiente nei programmi politici

Come abbiamo ben potuto vedere, analizzando i programmi dei vari Ingroia, Grillo, Monti, Berlusconi e Bersani, l’ambiente non sembra essere uno dei principali capisaldi delle loro politiche. A volte, sembra quasi che l’ambiente venga considerato come un punto aggiunto “per mancanza di spazio”. Quel che è certo è che l’ambiente, così come le energie pulite e la green economy, non sono argomenti sbandierati con orgoglio durante i comizi politico-televisivi, così come la riduzione delle tasse, la creazione dei posti di lavoro o l’eventuale soppressione di altri tributi.

Un ecotelegramma in 7 punti

Non è dunque un caso che, a una settimana dal voto, 14 tra associazioni e aziende chiedano ai partiti politici di toccare il delicato tema dell’ambiente in questa ultima infuocata settimana di campagna elettorale. Lo fa tramite un ecotelegramma formato da 7 punti, 7 aspetti su cui si vuole sensibilizzare la politica a trattare il tema ecologico.

Le associazioni che aderiscono all’iniziativa

Promotore dell’iniziativa è l’associazione anti-spreco Last Minute Market, a cui si aggiungono importanti associazioni ambientaliste come FAI, Greenpeace, Legambiente, WWF, Touring Club, Cai e Federazione Pro Natura, oltre a Libera e Gruppo Abele, Slow Food, Alce Nero, Eatly e Aper.

Ecco di cosa dovrebbero parlare i politici nell’ultima settimana

Nel “programma”, l’unico puramente ambientalista rivolto alla politica (ma non politico), si chiede prevalentemente di investire sulla mobilità, sul trasporto sostenibile e sulle energie rinnovabili, finalizzate sostanzialmente a incrementare l’occupazione. Tra le proposte si annoverano anche la richiesta di chiusura delle centrali alimentate con combustibili fossili e la rinuncia alle trivellazioni petrolifere, l’aumento degli incentivi fiscali legati alla riqualificazione energetica degli edifici e ai cosiddetti “green building”, l’incentivazione della raccolta differenziata annessa a un migliore trattamento dei rifiuti attraverso il loro riciclo e, last but not least, uno sguardo più focalizzato sul rilancio del turismo, anche grazie al recupero dei centri storici, e il settore alimentare del Belpaese.

Dopotutto, come afferma il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, “Il capitoletto sull’ambiente nei programmi elettorali dei partiti c’è, ma è messo tra parentesi, rinviato a quando si saranno create le condizioni magiche per lo sviluppo”. Ed è proprio questo il problema che emerge leggendo i programmi elettorali delle principali forze politiche italiane: un rinvio a data da destinarsi della discussione ecologica, ovvero quando si saranno risolti i “problemi di serie A”, oppure, più drammaticamente, quando ci troveremo di fronte a grandi emergenze. Senza pensare però che l’ignorare i problemi e le argomentazioni legate all’ecologia rappresentano già una grande emergenza, per il nostro futuro e per le nuove generazioni.