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Notizie ed Approfondimenti

Crisi dell’acqua: l’emergenza idrica e il rischio di instabilità globale

Daniele Sforza

Crisi dell’acqua: l’emergenza idrica e il rischio di instabilità globale

Crisi dell’acqua, denominata anche "crisi idrica": quante volte ne avete sentito parlare? Quante volte avete sentito esperti che in autorevoli quotidiani, riviste specializzate o notiziari affermavano con decisione che la prossima guerra che si combatterà sarà per l’acqua? Non si tratta di un romanzo o di un film post-apocalittico, che vuole intrattenere i lettori/spettatori fino all’ultima pagina, si tratta della realtà, che intratterrà noi esseri umani, che la realtà la viviamo, fino all’ultimo respiro.

I Paesi a rischio

L’allarme è stato lanciato dall’InterAction Council, un ente formato da 40 ex capi di governo, in collaborazione con l’Institute for Water, Environment and Health della United Nations University e la Walter and Duncan Gordon Foundation. A questo proposito, l’ex primo ministro canadese Jean Chretien è stato piuttosto chiaro: "Il futuro impatto politico della scarsità di acqua potrebbe risultare devastante". L’allarme non riguarda solo quel miliardo e più di persone che non hanno accesso all’acqua, ma anche a quelle zone già calde e instabili, soprattutto quelle che si trovano nell’Africa subsahariana, nel Medio Oriente e nel subcontinente asiatico, e infine a quelle aree attualmente stabili, ma che presto potranno diventare instabili, proprio per problemi legati all’acqua. Sì, perché un problema non da poco deriva anche dal fattore siccità: gli Stati Uniti, che rappresentano la più importante area specializzata nella produzione cerealicola, potrebbero risentire notevolmente delle conseguenze che genererà la crisi idrica.

Come evitare un futuro "prosciugato"

India e Cina, ovvero le due principali economie emergenti, sono inoltre i Paesi più a rischio: entro 20 anni, questi 2 Paesi potrebbero aver prosciugato tutte le risorse idriche che hanno a disposizione e, insieme agli Stati Uniti, potrebbero generare un incremento della domanda senza che però ci sia una compensazione da parte dell’offerta. Ogni anno inoltre vengono utilizzati circa 3.800 chilometri cubi di acqua di laghi e fiumi, ma entro il 2025, quando la popolazione mondiale conterà 1 miliardo di persone in più, il settore agricolo necessiterà di ulteriori mille miliardi di metri cubi l’anno: cifre impressionanti che potrebbero destabilizzare la situazione ambientale e geopolitica del nostro pianeta. Il report, dunque, esorta l’ONU a trovare una soluzione per quanto riguarda la comunicazione di una politica idrica più adeguata, e propone nuovi modi (più intelligenti) di utilizzare quella che al momento è ancora un risorsa "democratica", ovvero di tutti, ma che ben presto potrebbe diventare il pretesto per una guerra di proporzioni globali.