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Caso Concordia, e il dibattito sull’inquinamento dei nostri mari si apre di nuovo

Camilla Biagini

Caso Concordia, e il dibattito sull’inquinamento dei nostri mari si apre di nuovo

Il caso della Concordia, la nave di Costa Crociere che è naufragata nei giorni scorsi vicino alla costa dell’Isola del Giglio, ha nuovamente aperto il dibattito sull’inquinamento dei nostri mari. Oltre alla perdita di molte vite infatti il caso della Concordia deve essere considerato anche come una tragedia ambientale grave considerando l’inquinamento che il carburante presente all’interno dei suoi serbatoi potrebbe creare.

L’agenzia ONU per l’ambiente ci ricorda però che questa è solo una delle molte tragedie ambientali che giorno dopo giorno si riversano nei mari e negli oceani, solo un nuovo tassello che va ad aggravare una situazione di per sé davvero molto problematica. L’agenzia ONU per l’ambiente parla infatti di un prezzo pari a ben 320 miliardi di euro che ogni anno l’Europa si trova costretta a sborsare per cercare di arginare i danni causati dall’inquinamento.

L’inquinamento dei mari è causato ovviamente dalla presenza di petrolio e di idrocarburi ma anche da una massiccia presenza di fertilizzanti provenienti soprattutto dall’agricoltura. A causa dell’inquinamento la vita sottomarina sta subendo numerosi danni senza considerare ovviamente le ripercussioni che questa situazione può avere sulla vita dell’uomo e anche sul suo lavoro, è impossibile infatti pensare ad un futuro nel ramo della pesca perché questo futuro potrebbe non esistere più nel giro di pochi anni.

Si tratta di una situazione allarmante, di una situazione che deve necessariamente trovare una risoluzione in breve tempo. È importante che i governi comprendano quindi la necessità di investire in soluzioni sempre più sostenibili per i nostri mari.